Demand Driven Adaptive Enterprise
Come affrontare il Nuovo Normale
Il Nuovo Normale ci mette di fronte a molteplici sfide:
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Questi fenomeni hanno due effetti principali: |
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Varietà in pochi anni si è passati da pochi item ad una frammentazione dell’offerta e ad un‘esplosione delle Stock Keeping Units (SKU) nei settori Make to Stock e delle varianti nei processi Make to Order. |
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Variabilità i volumi sono altalenanti, senza trend specifici dal mercato e determinati anche dall’effetto frusta. Sono quindi legati ad una mancanza di integrazione, trasparenza e collaborazione lungo la Supply Chain. |
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Questo implica
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È tempo di cambiare il modo in cui affrontiamo questi eventi! Il cambiamento deve avvenire:
L’esistenza stessa delle aziende è minacciata, la scelta di adattarsi ed evolvere è l’unica possibile. Ma quale direzione bisogna prendere? Come possiamo guidare la trasformazione? |
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Il Demand Driven Adaptive Enterprise (DDAE) Model è la risposta. Questo significa:
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Quindi ridurre drasticamente la variabilità in tutto il sistema logistico/produttivo… e il tutto in tempo reale! |
Cos'è Demand Driven Adaptive Enterpirse
Rendere adattivi solo il sistema di pianificazione e il software è limitativo! Nel video che segue, Carol Ptak co-fondatrice del Demand Driven Institute insieme a Chad Smith, descrive alcuni punti chiave del metodo Demand Driven Adaptive Enterprise. |
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Il modello Demand Driven Adaptive Enterprise™ (DDAE), costituisce una proposta organizzativa e operativa completa e coerente con l’attuale situazione di volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. |
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Il DDAE è costituito da tre elementi:
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Ogni elemento presidia il proprio orizzonte temporale ed è formalmente connesso agli altri. È un sistema che si auto-corregge per mantenere la stabilità e la capacità di rimanere coerente rispetto ai risultati desiderati. |
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Il Modello Operativo Demand Driven™ (DDOM) e la gestione dei materiali DDMRP ™ |
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La gestione dei materiali deve essere considerata per prima perché svolge il ruolo fondamentale di stabilizzare tutto il sistema, renderlo prevedibile, reattivo ed economico. È un prerequisito per governare le risorse e sincronizzare il flusso attraverso l’intero percorso della Supply Chain. |
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Contrariamente all’MRP, il cui scopo è limitato alla pianificazione e il cui buon funzionamento ha come pre condizioni precisione dei dati, stabilità e prevedibilità, il DDMRP™ (Demand Driven MRP) permette di schedulare le risorse a capacità finita. Questo modello è progettato per lavorare in ambienti VUCA ed assorbire esso stesso massicce dosi di variabilità, contribuendo in modo determinante a stabilizzare l’intera Supply Chain. Il DDMRP è un modello di gestione dei materiali in produzione e distribuzione di tipo ‘pull’, dove il lavoro e i materiali sono ‘tirati’ dalle vendite effettive in un flusso protetto e costantemente migliorato secondo una logica articolata detta “Position, Protect, Pull & Adapt”. |
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Ecco i cinque passi per la costruzione di questo sistema:
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Secondo questa gestione, le decisioni di pianificazione avvengono sulla base di elementi generali affidabili quali stagionalità, decisioni di business, azioni promozionali, struttura statistica del mercato, ecc. non sulla base di previsioni di vendita specifiche. |
Cosa non è Demand Driven
UTILIZZARE SOLO PULL |
FARE TUTTO SU ORDINE |
La maggior parte degli MRP creano un aumento della complessità con segnali conflittuali. A volte i sistemi lean possono invece avere un‘eccessiva semplificazione per la parte di planning. Da soli entrambi i sistemi non gestiscono bene la volatilità. |
Il fatto di trovarci in un mondo customizzato potrebbe tentarci verso il make to order completo, ma il cliente si è abituato ad un livello di servizio e di lead time drammaticamente più basso. Le Supply Chain devono avere degli stock in alcuni punti. Come definire i punti e la logica di gestione è il cuore del Demand Driven Material Requirements Planning (DDMRP). |
MIGLIORARE IL FORECAST |
STOCK DAPPERTUTTO |
Gli errori di pianificazione sono in crescita nonostante lo sviluppo di algoritmi complessi. La volatilità della Supply Chain cresce. |
Lo scopo dei buffer è quello di minuire la variabilità della domanda e permettere la riduzione dei lead time. Essi devono essere posizionati in modo strategico e continuamente adattati sulla variabilità. Stock rigido significa spreco. |
Adaptive Demand Driven e Festo
Il Demand Driven Institute è un’organizzazione internazionale, fondata da, Carol Ptak e Chad Smith, che diffonde e promuove nel mondo industriale le strategie ed i metodi legati all’approccio demand driven. Tack e Smith sono coautori di diversi libri, tra cui: |
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Dal 2014 Festo Consulting & Academy Italia è Affiliate del network Demand Driven Institute, prima società in Italia. |
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Le nostre proposte formative in ambito Demand Driven
Tutte le iniziative sono realizzabili anche in azienda per certificare le persone e sostenere progetti di implementazione e trasformazione Adaptive. Contattaci per maggiori informazioni: contatti@festo.com |
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